CANALE 65 DEL DDT

Magna via Francigena: da Sutera a Racalmuto

Che sorpresa Racalmuto! Una città importante sin dal nome, che evoca un suono molto siciliano. La sua antica storia ci è raccontata da Enzo Sardo, già Sindaco, attuale Assessore alla Cultura, studioso e scrittore pluripremiato. Un incontro ripreso all’interno del Castello Chiaramontano, dov’è anche allestita l’affascinante mostra dello scultore Giuseppe Agnello, già autore della statua simbolo della città: quella dedicata a Leonardo Sciascia.

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È una tappa mica da ridere questa, severa, ripida nei paesaggi e nelle sensazioni: l’ascesa a Racalmuto è infatti caratterizzata da continui saliscendi, mentre attraversiamo la provincia di Caltanissetta per toccare finalmente quella di Agrigento, facendoci sentire così già vicini alla meta. Lasciata alle nostre spalle la mitica Rocca di San Paolino a Sutera, percorriamo la riserva di Monte Conca, nel territorio di Campofranco. Con Viola stacchiamo Giò e Saria: la nostra amica fisarmonicista accusa dolori ai piedi e comincia ad avere seri problemi con le vesciche, Giò cammina volentieri più lentamente al suo fianco e quindi siamo libere di proseguire al nostro giusto passo.

Lungo la strada, intercettiamo l’Itinerarium Antonini che ci porta al magnifico ponte romano sul fiume Gallo d’Oro, e saranno ancora numerosi i punti di interesse che ci rivelerà questa valle, come scopriremo poco più avanti a Milena. Cittadina che merita una sosta non affrettata, nota tra i giovani per la conversione di un oleificio nel Magazzino Culturale, trasformando così la fabbrica dell’olio in una fabbrica di idee; tradizionalmente, invece, è famosa per la sua cucina, dunque è ideale arrivarvi all’ora di pranzo. Ricca di tesori archeologici, Milena è conosciuta anche come “paese delle Robbe” per via della sua conformazione composta da numerosi villaggi e la sua area, sino almeno a Serra del Palco, è caratterizzata da insediamenti risalenti addirittura al Neolitico e dalle tombe a tholos tipiche di questa zona del Mediterraneo, destinate ai principi sicani.

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Dopo erte discese e salite, arriviamo finalmente a Racalmuto, e la sorpresa è grande: prima di tutto perché solo visitando la città natale di Leonardo Sciascia – che da queste parte pronunciano “shasha”, con scorrevole dolcezza – e conoscendo questa terra di miniere, di sacrifici e di impegno civile si può comprendere la reale statura di questo autore, uno dei più straordinari intellettuali del XX secolo, di cui l’8 gennaio ricorre il centenario dalla nascita.

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Un meraviglioso spazio espositivo battezzato Fondazione Leonardo Sciascia, curato con eccezionale perizia, custodisce la pregevole collezione di ritratti di scrittori appartenuta al Racalmutese, ma anche le edizioni italiane e straniere dei suoi libri, le lettere ricevute in mezzo secolo di attività letteraria e circa 2000 volumi dalla sua sconfinata biblioteca. Conoscere Racalmuto significa dunque conoscere Sciascia ed entrambi, dopo un pomeriggio a contatto con lo scrittore e la sua terra, hanno creato in noi lo spazio per un’impressione più profonda di quanto avremmo potuto immaginare. E così, nelle stanze della Fondazione, con i miei compagni di viaggio ci mettiamo alla caccia della foto che possa imprimere il nostro passaggio di qui nella memoria. Perché d’altronde, proprio così scrisse Sciascia, “non c’è fotografia che nel giro di pochi anni non diventi bella: per quel che si cristallizza di nostalgia, di rimpianto, di sentimento personale e collettivo. E insomma, perché è un ricordo”.

Lunghezza: da Sutera a Racalmuto, km 25

Bellezza: 9/10

Difficoltà: 9/10

Tempo di percorrenza: 8 ore e mezza

Dove dormire: B&B “Perché no!” Nicolò (Coordinatore Comitato di Accoglienza MVF-Racalmuto): 333.8721979

Dove mangiare: Ristorante La Taberna (0922 948826)

Raccomandazioni: Tappa molto esposta al sole.

DI VALENTINA LO SURDO

Foto di VALENTINA LO SURDO

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