CANALE 65 DEL DDT

Magna via Francigena: da Racalmuto a Joppolo Giancaxio

E chi se lo aspettava che in questa sconosciuta cittadina, ormai in vista della rocca terminale di Agrigento, ci saremmo divertiti così tanto! Beh, anche solo pronunciandone il nome, Joppolo Giancaxio incuriosisce e strappa subito un sorriso. Qui, nel paese di fine tappa più piccolo di tutta la Magna Via con 1200 abitanti, ci si conosce tutti e, in mezzo pomeriggio appena, anche il camminatore di passaggio impara a riconoscere i suoi abitanti. A partire dal Sindaco, Peppe Portella che, come vedremo nel video di oggi, ci porta in giro per una piacevolissima passeggiata serale. Ci mostra l’unica chiesa, dove i giancascesi si ritrovano a fine giornata e ci porta poi ad assaggiare una cena deliziosamente tipica Da Carmelo, trattoria emblematica delle tradizioni di qui, con Alina e Peppe a spadellare tapas saporitissime e il mellone giallo (proprio così, con due “elle”) sempre in primo piano: a questo dissetante frutto Joppolo dedica persino un’attesissima sagra estiva.

(descrizione)

La giornata inizia coi fiocchi: sveglia ai primi chiarori dell’alba, Nicolò ci viene a prendere al B&B con i suoi amici camminatori Paolo e Carmelina e, dopo qualche chilometro appena, giungiamo a Grotte dove il Comitato di Accoglienza ci offre una sontuosa colazione. Vale proprio la pena fare una sosta in questa ricca cittadina, dove ancora una volta ci sorprende la spensierata gaiezza dei murales. Dopo Corleone, Prizzi, Cammarata, ecco un’altra località in cui l’invasione del colore ha restituito a nuova vita l’antica storia di queste cittadine, indebitamente usurpata dal grigiore del cemento.

L’unico rischio di queste piacevoli soste è che venga meno la voglia di rimettersi in marcia, ma è tempo di proseguire il nostro percorso per ammirare, 3 chilometri più in là, Petra di Calathansuderj, spettacolare rupe calcarenitica preposta, dalla preistoria al XIII secolo d. C. al controllo della viabilità. Da lì si apre alla vista la zona mineraria della Valle del Platani, conosciuta in particolare per l’estrazione di sale e zolfo dove tanti “carusi”, di verghiana e pirandelliana memoria, trovarono umile impiego.

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Raggiungiamo poi la minuscola Comitini e quindi la bella Aragona, dov’è ideale arrivare all’ora di pranzo per sostare da Calogero Cacciatore, responsabile del Comitato di Accoglienza di qui, che saprà ripagare con la sua calorosa ospitalità i chilometri percorsi in quest’assolata tappa. Dopo esserci rifocillati presso il suo bar/ristorante Lo Sperdicchio e aver scattato una foto davanti alla tradizionale “botte del pellegrino” pitturata di tutto punto di fronte al locale, Aragona ci chiama a un approfondimento che meriterebbe più della mezz’ora che le abbiamo potuto dedicare. Soprattutto varrebbe la pena visitare l’imponente Palazzo dei Principi Naselli, il cui interno si dice che fosse originariamente suddiviso in 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno, mostrando ancora oggi gli originali affreschi settecenteschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans.

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Mentre proseguiamo scendendo in direzione Joppolo su un sentiero abbracciato dall’affascinante desolazione di una natura brulla e solitaria, Saria capisce che anche oggi gambe e piedi non vanno al meglio e accetta di farsi aiutare: a volte il cammino ci insegna anche questo, a non forzare i limiti, ad arrenderci dolcemente nel giusto ascolto del nostro corpo e così una macchina la viene a prendere. Arriviamo a Joppolo Giancaxio alla spicciolata, ognuno con il suo passo e subito ci sentiamo a casa, in questo paesino grande come una famiglia allargata, dominato da un’architettura fatta di piccole bianche case.

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Quello che non ci saremmo mai potuti aspettare è che, dopo una calda e intensa tappa come questa, fatta una doccia e un breve riposo appena, invece di soffermarci sul Castello Ducale Colonna (purtroppo momentaneamente chiuso) ci saremmo lanciati in una nuova avventura, felici come bambini. È quanto ci viene proposto dai ragazzi dell’Associazione Il Boschetto che gestisce il Parco Avventura Cento Passi-Pippo Fava, costruito sul limitare del centro urbano e autentico orgoglio cittadino. Si tratta infatti di uno splendido progetto di riqualificazione urbana che ha trasformato una discarica in un luogo dove trascorrere una giornata a contatto con la natura, circondati da oltre 1200 alberi di recente piantumazione, tanti quanti sono i cittadini di Joppolo. La sfida restituisce le energie persino a Saria e così anche Viola e Giò si arrampicano insieme a me sugli alberi, con imbrachi e carrucole. I percorsi sono divertentissimi ma anche più impegnativi del previsto e solo quando cala la notte ci accorgiamo che nel frattempo sono passate parecchie ore. Per fortuna che Da Carmelo ci aspettano senza fretta per una cena luculliana con tanti giancascesi pronti a festeggiarci; e alle 2 di notte spegniamo la luce sulla serata più frizzante vissuta dall’inizio di questa nostra pazza Magna Via.

Lunghezza: da Racalmuto a Joppolo Giancaxio, km 23

Bellezza: 8,5/10 (e divertimento 10/10)

Difficoltà: 8,5/10

Tempo di percorrenza: 6 ore e mezza

Dove dormire: B&B Sutta l’arcu, cell: 388.3855916 (Luana)

Dove mangiare: Trattoria Da Carmelo (tel: 0922.631376 – 340.7141844)

Raccomandazioni: Tappa molto esposta al sole.

DI VALENTINA LO SURDO

Foto di VALENTINA LO SURDO

Guarda tutte le tappe della Magna Via Francigena

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