Nelle sette regioni della Penisola Iberica la proposta culinaria è infinita e con l’anno santo giacobeo è nato il passaporto gastronomico.
Chi si reca sul Cammino di Santiago di Campostela lo fa per ritrovare se stesso cercando anche un contatto diretto con la natura. Ma oltre a questo, lungo gli 800 km distribuiti su tutta la penisola iberica, c’è anche dell’altro: l’incredibile offerta enogastronomica, in un tripudio di sapori e di profumi, tra prodotti e pietanze, che si intrecciano alla storia e cultura di questo secolare itinerario di pellegrinaggio.
Percorrere il Cammino di Santiago poi, adesso, è ancora più eccezionale perché il 2022 è un anno santo giacobeo. Seppur infatti quest’anno il 25 luglio, giorno di festa per la città, non cade di domenica, è stato concesso di estendere le celebrazioni di ulteriori dodici mesi per via della pandemia. Una fantastica occasione che vede da qui in avanti numerose iniziative come il passaporto gastronomico delle strade per Santiago che coinvolge le regioni dei Paesi Baschi, Asturie, Cantabria, Castiglia Y Leon, Galizia, Rioja Navarra.
Si tratta di un’opportunità per viandanti e turisti di soffermarsi nei tanti ristori dilocati lungo gli itinerari, dai ristoranti, ai bar, alle botteghe enogastronomiche, per assaporare le diverse specialità cucinate con materie prime di altissima qualità, molte delle quali tipiche esclusivamente di queste zone. Una volta poi che ci si è saziati, il passaporto gastronomico potrà essere timbrato e già con tre timbri – registrandosi sul portale dedicato – tentare la fortuna per vincere numerosi premi in palio, tra eccellenze enogastronomiche delle regioni e soggiorni.
L’offerta culinaria che si incontra lungo il Cammino di Santiago è davvero vasta, muta da zona e zona ma quello che colpisce è sicuramente l’essere in grado di accontentare ogni tipo di palato senza naturalmente dimenticare il contesto, fatto di bellezze naturale e incredibili patrimoni storici-artistici.
Le regioni del Cammino di Santiago di Campostela e le loro specialità
Nei Paesi Baschi, per esempio, i viandanti affrontano l’interario del nord e si trovano davanti uno spettacolo naturale fatto di mare, come la spiaggia di Zarautz o porti di Getaria e Zumaia, le grandi città di Donostia-San Sebastián con la spiaggia di La Concha, Bilbao dove troneggia il Museo Guggenheim o i piccoli paesi rurali quali Gernika-Lumo o Markina-Xemein.
Ma quando poi è giunto il momento di far gioire il palato in questa zona della Penisola Iberica quello che colpisce è l’altissima qualità delle materie prime. Non si può non iniziare il viaggio gastronomico senza i pintxo, che qui sono iper diffusi. Ci sono quelli più tradizionali – come il Gilda cioè oliva, acciuga e peperoncino o lo spiedino di baccalà mantecato, o ancora le cozze ripiene – ma anche quelli più innovativi capaci di coniugare in un paio di morsi, sapore e creatività. Bilbao lo sa bene con tanti itinerari ben precisi per far gioiere il palato, in ogni ora del giorno e della sera.
E poi c’è il mare con il marmitako, per esempio, uno stufato di pesce con l’aggiunta di patate e ortaggi o il bacalao al pil pil che si caratterizza per la salsa di cui si compone realizzata emulsionando, sensa sosta, la pelle del pesce e l’olio. Tra gli altri piatti da provare la porrusalda, un succulento stufato a base di porri e patate e il sukalki, fatto invece con patate e zancarrón (ossobuco) da cui prende il nome il principale concorso gastronomico della regione.
Per quanto riguarda i dolci, non si può non assaggiare la cuajada, a base di latte di pecora, il goxua, con i suoi strati di panna, pan di spagna, crema e caramello, o il pastel vasco, composto da pasta frolla e crema pasticcera.I Paesi Baschi sono, senza dubbio, sinonimo di buon cibo, anche di quello di altissimo livello, non a caso qui proliferano tante scuole di cucina nonchè molti chef stellati arrivano da qui.
Uno degli itinerari più spettacolari del Cammino di Santiago è senza dubbio quello “del nord” che costeggia la Cantabria. Qui le grotte rupestri sono Patrimonio Unesco e un’altra “chicca” che merita una visita è El Capricho, la casa progettata da un giovane Gaudi, nel 1883, per Máximo Díaz de Quijano, cognato del Marchese di Comillas. Ma la regione è famosa anche per i suoi fascinosi paesaggi fatti di mare e montagne da dove si ricevano eccellenze enogastronomiche. Il formaggio, per esempio, è un vero protagonista con un sapore unico, robusto e un attento processo di stagionatura. Ce ne sono di diversi tipi, da quello elaborato con la crema del latte (nata) e diffuso in tutta la regione a quello più piccante tipico di Tresviso e Bejes o gli affumicati a Áliva o Pido. E come non parlare del pesce. Sublime. Assolutamente da provare le alici di Santoña e il tonno bianco con cui viene preparato uno dei piatti più tipici,
il sorropotún o marmita, una zuppa di patate e tonno. E ancora le sardine grigliate o gli stufati cantabrici più rinomati come il merluzzo in salsa verde, i calamari con cipolla e tinta e le vongole stufate. E per gli onnivori? Spazio al manzo e al maiale con il cocido montañés, a cui inoltre si aggiungono fagioli, verza e sanguinaccio di riso. Non mancano neppure i dolci che qui trovano ampi consensi come le tradizionali quesadas pasiegas (dolce simile a una crema cotta al forno) o la sfogliata.
La tappa finale del Cammino di Santiago di Campostela è proprio in Galizia. E’ qui che si erge infatti l’iconica Cattedrale con la Porta Santa (ora è aperta per via dell’anno santo giacobeo).La gastronomia in questa regione autonoma ha la caratteristica dell’altissima qualità.