È il simbolo di ogni teoria architettonica che riguarda la guerra Palmanova, in Friuli Venezia Giulia, è una cittadina che non è nata sotto l’ombra di un campanile (come succede per ogni borgo d’Italia. Palmanova, al contrario, è nata… sotto l’ombra di un cannone. Basta vederla dall’alto: con quella sua forma squadrata. Il perimetro di Palmanova è geometria pura. Una geometria che diventa guerra.
Fu Napoleone a far costruire torri e torrette a Palmanova per renderla città fortificata esemplare.
Attorno a Palmanova – che già era nata come manufatto militare – vennero scavati sotterranei, innalzate mura. Diventando così la città della guerra. Dove nemmeno alla Chiesa era permesso “alzar la testa” oltre le mura: nessun campanile infatti doveva superare lo skyline di Palmanova.
Una volta varcate le mura, il posto più bello della cittadina è senz’altro la piazza di Palmanova.
Una piazza enorme, quasi a occupare l’intera area della stessa Palmanova. Una piazza dalla geometria rigorosa: come l’intera cittadina. Di un rigore quasi eccessivo. Che secondo alcuni cela qualche imponderabile mistero.