Il vortice di 200 quintali di dolciumi pronti a cadere sulla folla in maschera durante il “getto”, l’imponenza dei carri allegorici di cartapesta alti fino a 18 metri, la storia secolare di una manifestazione che la città fa vive da mattina a sera per un intero mese sono pronti a tornare nella provincia di Pesaro e Urbino, Marche, per l’edizione 2019 del Carnevale di Fano, quello “più dolce dal 1347”, in programma le tre domeniche del 17, 24 febbraio e 3 marzo, e con decine di appuntamenti collaterali.
Giornate che coinvolgeranno, come sempre, il pubblico di famiglie, circa 150mila i visitatori dell’ultima edizione, che ogni anno affolla il sambodromo fanese da mattina, quando per i più piccoli sfila il “Carnevale dei Bambini” con carri e mascherate su misura, a sera, quando i giganti della cartapesta per 3 volte, percorrono il viale più colorato d’Italia. La prima volta per la sfilata di presentazione, poi per quella del getto e, per finire, per la più suggestiva, quella delle luminarie.
Già al lavoro, per realizzare le opere tutta satira e umorismo i maestri carristi e le decine di artisti, studenti, operatori e tecnici, in totale circa 600, coinvolti, nell’organizzazione. Una testimonianza della tradizione che lega la città a una kermesse sostenuta anche dai 1200 tesserati all’Ente Carnevalesca e da una storia lunga 600 anni.
Il Carnevale di Fano è infatti il più antico in Italia, come certificato da un documento risale al 1347 e conservato nell’Archivio storico comunale. Nei secoli è cambiato il luogo delle sfilate, dal centro storico al più ampio e suggestivo viale Gramsci, e il tipo di “getto” da quello arrogante dei confetti che i nobili lanciavano senza pietà sulla folla al colorato, delicato e goloso di cioccolatini e caramelle che trascinano su tribune e palchi migliaia di spettatori pronti ad accaparrarselo con i “prendigetto”.
Oggi il Carnevale si arricchisce di tanti eventi collaterali che animano per un mese intero la città: quest’anno è dedicato a tutte le donne, con incontro con le scuole promosso dall’Ente Carnevalesca con l’Associazione vittime riunite d’Italia e assessorato alle pari opportunità contro la violenza sulle donne. Un carnevale in linea con i tempi e con la voglia di rendere partecipi tutti dei fatti concreti della vita anche durante giornate di festa e travestimenti. Non mancheranno i cavalli di battaglia come il carnevale dei Bambini e quello degli Animali che ha avuto il suo esordio già negli anni scorsi.
Tra le tradizioni su cui i fanesi non discutono c’è la presenza alle sfilate della Musica Arabita, banda folkloristica nata nel 1923 che, facendo il verso ai salotti aristocratici, s’inventò la propria musica con oggetti poveri e di recupero e il rito purificatore del “Rogo del Pupo” durante il quale, nell’ultimo giorno di festa, il Martedì Grasso, nella piazza centrale viene bruciato un fantoccio per permettere agli abitanti di espiare le proprie colpe e dare inizio al periodo di Quaresima.