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La Via degli Dei: da Badolo a Bologna

A volte compiere un cammino all’inverso regala tutto un altro sapore all’esperienza: il finale “ostinato e contrario” della Via degli Dei ci offre l’opportunità di sperimentare un arrivo trionfale: la discesa nel portico di San Luca, il più lungo al mondo con i suoi 3.796 metri.

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E così, mentre migliaia di viandanti si inerpicano per quasi 4 chilometri a inizio percorso, noi arriviamo a Piazza Maggiore dopo una discesa stupenda: sembra la passerella del Tour de France sugli Champs Elysées e la viviamo come se fosse fatta così, oggi, solo per noi. Approdiamo al centro di Bologna straniti di bellezza come accade ogni volta che sbuchi fuori dai boschi dopo giorni lontano dalla civiltà. Tutto ci appare diverso, distante, ma era doveroso giungere in questa città proprio oggi: è il 2 agosto 2020, la ricorrenza dai quarant’anni dalla strage. Il nostro messaggio, nell’arrivare qui camminando, è che bisogna testimoniare e andare avanti. Il cammino è la metafora più efficace del procedere dandosi il tempo necessario per processare, capire, assimilare. Infine, una volta giunti a piazza Maggiore, per noi, è una meritata festa.

Nel video avrete notato la presenza di un ospite inaspettato: è l’artefice dell’ultima grande sorpresa collezionata sulla gioiosa Via degli Dei. Lui si chiama The Walking Nose, al secolo Alessandro Carnevali di anni 26, ed è lo youtuber-camminatore più famoso in Italia, vera celebrità su questa via in particolare, capace di ispirare migliaia di camminatori debuttanti, totalizzando milioni di visualizzazioni con i suoi video. È venuto a camminare con noi per gli ultimi chilometri, chiudendo il triangolo fondamentale di incontri avvenuti in questi intensi giorni sulla Via degli Dei: quello con il passato rappresentato dalla conoscenza di Cesare Agostini sulla Flaminia Militare, quello con il presente vissuto nella compagnia costante di Simone Frignani, infine quello con il futuro avvenuto proprio l’ultimo giorno grazie alla tappa compiuta con Alessandro Carnevali, che mentre camminiamo viene riconosciuto da tantissimi giovani in direzione contraria che lo salutano come una rockstar.

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Ma ripartiamo dal principio di questa giornata memorabile: Alessandra, Marcella e Valentina ci siamo regalate un inizio tappa da sogno: il buio che trascolora in luce, il silenzio cadenzato dai nostri passi, la gioia nel cuore per la meta vicina. Camilla prenderà un taxi fino a San Luca, ha già dato tutto quello che poteva, mentre con Alessandro ci incontriamo alle 6 di mattina ai Prati di Mugnano. Non appena lo incontriamo, lui imposta un bel passo filante, così maciniamo chilometri che è un piacere e ci perdiamo in racconti di trekking avventurosi, come la sua traversata a piedi nel Wadi Rum equipaggiato di bussola e filtro per bere dalle pozzanghere. Dopo questi ricordi da Indiana Jones, decidiamo di avventurarci costeggiando il fiume Reno, invece di intraprendere la più prudente variante per ciclisti, consigliata quando ha fatto acqua nei giorni precedenti (come nel nostro caso!). Le ragazze sono d’accordo e così, come bambini nel parcogiochi, saltiamo da una pozza all’altra, da un guado all’altro, con la leggerezza di chi “tanto domani chi se ne importa se le scarpe sono bagnate”. L’attraversamento di Parco Talon e poi l’ultima pettata, dritti fino in cima al Santuario della Madonna di San Luca. Lassù ci aspettano Simone e Camilla: non ci resta che goderci gli Champs Elysées tutti insieme. Poi c’è chi tornerà a Portogruaro chi a Tenerife, chi a Cisterna di Latina e chi a Maranello, chi a Terni, chi a Bagnocavallo, chi a Cerveteri. Una volta a casa, stavolta saremo ancora un po’ di più a ripetere a chiunque ci capiti a tiro che sì, mettetevi in cammino. Non c’è modo più bello per assaporare il territorio, le tradizioni, l’amicizia.

Da Badolo a Bologna: km 22,3

Bellezza: 10/10

Difficoltà: 7/10

Tempo di percorrenza: 6 ore

Raccomandazioni: Punto rifornimento acqua, Prati di Mugnano, Parco Talon, Santuario di San Luca. Prima di mettersi in cammino, informarsi sulle condizioni degli acquitrini lungo il fiume Reno: se dovesse esserci troppo fango, percorrere la variante per ciclisti.

DI VALENTINA LO SURDO

Foto DI SIMONE FRIGNANI e VALENTINA LO SURDO

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